Circa 20 sculture disseminate per gli spazi interni ed esterni della Galleria Borghese compongono la prima retrospettiva mai dedicata dal museo romano a un’artista contemporanea: Louise Bourgeois. In mostra troviamo un compendio delle tematiche più rilevanti della sua ricerca: dalla memoria all'inconscio, passando per la metamorfosi e il femminismo.

Metamorfosi, inconscio, forme biomorfe: la sperimentazione creativa di Louise Bourgeois, che si estende per ben sette decenni, si intreccia fin dagli anni Sessanta con i temi della psicoanalisi e del femminismo, rivoluzionando i paradigmi tradizionali della storia dell’arte del Novecento. Per la prima volta in assoluto la Galleria Borghese di Roma apre le proprie porte a un’artista contemporanea, e lo fa proprio portando nella Capitale la prima mostra della franco-americana, dal 21 giugno al 15 settembre.LA MOSTRA DI LOUISE BOURGEOIS ALLA GALLERIA BORGHESE DI ROMAIdeata da Cloé Perrone, curata con Geraldine Leardi e Philip Larratt-Smith (e realizzata in collaborazione con The Easton Foundation e l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici), Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria riunisce circa venti opere scultoree, ponendole in diretto contatto con l’architettura e la storia unica del museo, passando anche per il padiglione dell’Uccelliera e il Giardino della Meridiana (che la stessa Bourgeois aveva esplorato durante la sua prima visita a Roma nel 1967). Tra i lavori in mostra ritroviamo anche alcune delle sue Cell – una serie di involucri delle dimensioni di una stanza contenenti objet trouvé e sculture che esplorano i temi della memoria e del desiderio – inclusa la più grande Passage Dangereux, che racchiude il viaggio simbolico di una bambina che diventa ragazza.L'ARTE DI LOUISE BOURGEOIS TRA MEMORIA PERSONALE E COLLETTIVANon mancano, nel percorso espositivo, altre opere legate ai temi centrali per l’artista, come nel caso di Janus Fleuri e Topiary, che indagano la metamorfosi (sia organica che psicologica). Nel Giardino della Meridiana, The Welcoming Hands presenta calchi delle mani dell’artista intrecciate con quelle di Jerry Gorovoy, suo caro amico e assistente di lunga data. Sempre qui troviamo Spider, una scultura in bronzo che simboleggia la protettività della madre di Bourgeois. “In questo rimando continuo fra memoria personale e collettiva”, sottolinea Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese, "tra specchi e gabbie, risiede la forza estetica della mostra, che grazie alle opere della grande scultrice novecentesca attua la mise en abyme della collezione Borghese”.[Immagine in apertura: © The Easton Foundation/Licensed by SIAE 2024 and VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY. Ph.by A.Osio]
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